Disfagia, l’igiene orale come prevenzione di complicanze

Il cavo orale è un bacino potenziale di agenti patogeni. Non lavare accuratamente denti, lingua e palato significa semplificare il passaggio dei batteri all’interno dell’organismo.

La cura dell’igiene orale dovrebbe essere sempre parte integrante del programma di assistenza del paziente disfagico, non solo per ragioni di comfort ma soprattutto in termini di salvaguardia della salute. Il cavo orale infatti,  oltre a essere la principale via di accesso agli apparati digerente e respiratorio, è anche un bacino potenziale di agenti patogeni (circa 300 specie di batteri) che potrebbero provocare disturbi di vario genere. In primis, le patologie del cavo orale che, oltre a essere un serio problema estetico, sono causa di disidratazione e malnutrizione nonché fattore di rischio per malattie cardiache, diabete e stroke. In secondo luogo, una scarsa igiene orale nei pazienti disfagici è correlata alle polmoniti da aspirazione. Non lavare accuratamente denti, lingua e palato significa esporsi a un’eccessiva proliferazione di batteri che, rimanendo in incubazione nel cavo orale, hanno buone probabilità di spostarsi all’interno dell’organismo. Tali agenti patogeni infatti possono far ingresso insieme a cibo, bevande o saliva e raggiungere le vie respiratorie anziché l’esofago. 

Se mantenere una bocca sana e pulita riduce fortemente il rischio di polmonite da aspirazione nei pazienti affetti da forme di disfagia lievi e medie, ancor più complesso è il caso di disfagia grave e ospiti alimentati con PEG o SNG. Tali sistemi di alimentazione infatti aggiungono ulteriori fattori di rischio in quanto corpi estranei che entrano a contatto con le aree più interne e sensibili dell’organismo. L’inserimento di un tubo enterale infatti aumenta la colonizzazione nasofaringea di agenti patogeni, provoca reflusso gastrico e può favorire la migrazione batterica dallo stomaco alle vie aeree. Inoltre il posizionamento prolungato del tubo nasogastrico per l’alimentazione è associato a un incremento della colonizzazione di agenti patogeni nell’orofaringe e all’alterazione della saliva, fattori entrambi correlati alla polmonite da aspirazione.

L’igiene orale come attività quotidiana di prevenzione

Per i motivi elencati l’igiene orale dovrebbe rappresentare una delle attività medico-infermieristiche fondamentali in caso di pazienti disfagici, soprattutto per coloro che non sono in grado di provvederne autonomamente per cause sia di natura motoria sia cognitiva. Tuttavia ciò non sempre accade e troppo spesso la cura orale non è vista come parte integrante dell’assistenza del paziente. Discorso simile vale per l’indagine valutativa del cavo orale, che spesso non avviene con la frequenza e gli strumenti con i quali dovrebbe essere invece svolta. Infine veniamo alla figura professionale che generalmente si occupa di tali attività: a seconda della struttura di degenza, la cura dell’igiene orale dei pazienti è condotta da infermieri e caregivers opportunamente formati e in grado di realizzare e pianificare gli interventi quotidiani e richiedere visite dentistiche specialistiche se necessario.