Alimentazione e Parkinson: 5 consigli

Anche una patologia complessa come il Morbo di Parkinson può essere controllata e gestita con maggior facilità grazie a un’alimentazione sana ed equilibrata. Leggi i nostri consigli.

La correlazione fra una patologia complessa come il morbo di Parkinson e le abitudini alimentari di chi ne soffre è più stretta di quanto si possa pensare. Sebbene non sia semplice mantenere una dieta adeguata per i malati di Parkinson, esistono alcuni accorgimenti che ne migliorano la qualità della vita. Un’alimentazione sana ed equilibrata ad esempio favorisce un rallentamento della progressione della malattia e un miglioramento dell’effetto della terapia farmacologica.

Partendo dal presupposto che per gran parte delle persone affette da morbo di Parkinson è previsto un trattamento con farmaci a base di levodopa (un amminoacido che stimola l’organismo a sintetizzare e utilizzare la dopamina), è stato dimostrato quanto l’alimentazione possa incidere negativamente sull’efficacia della terapia. In particolare, è bene che la levodopa rimanga nello stomaco del paziente meno tempo possibile. Altrimenti il rischio è che venga degradata dagli enzimi gastrici e venga assorbita con meno efficacia dal paziente. Dunque, qualsiasi processo che ritardi o inibisca l’assorbimento della levodopa può essere dannoso per il malato di Parkinson. Ed è proprio una scorretta alimentazione che genera tali disturbi.

Fermo restando che è sempre indispensabile rivolgersi a un medico specialista, vi forniamo alcuni consigli alimentari per migliorare la qualità della vita ai malati di Parkinson:

  • Proteine redistribuite nelle 24 ore – La levodopa è un amminoacido che, per essere assorbito dall’organismo, non dovrebbe mai entrare in competizione con le proteine (carne, pesce, uova, latte e derivati, legumi…) poiché ne riducono l’efficacia e di conseguenza aumentano il rischio di blocchi motori dopo i pasti. Dato che tendenzialmente i farmaci a base di levodopa vengono somministrati in giornata, è bene preferire una dieta pressoché vegetariana fino alle prime ore del pomeriggio e lasciare gli alimenti più ricchi di proteine per il pasto serale.
  • Cinque pasti algiorno – Per garantire l’assunzione di tutti i nutrienti necessari e migliorare l’assorbimento dei farmaci, il paziente affetto da morbo di Parkinson dovrebbe consumare cinque pasti al giorno: colazione, due pasti principali e due spuntini.
  • Consumare carboidrati – Un buon apporto giornaliero di carboidrati stimola la secrezione di insulina e, di conseguenza, riduce gli amminoacidi circolanti nell’organismo. In questo modo risulta più agevole il trasporto della levodopa al cervello del malato.
  • Apporto energetico adeguato – A causa dei frequenti tremori, i soggetti affetti da morbo di Parkinson dovrebbero sempre avere un adeguato apporto energetico. In particolare, la maggior parte dell’energia dovrebbe essere ricavata dai carboidrati (55%-58%) e, a seguire, dai grassi e dalle proteine
  • Attenzione ai grassi! – Sebbene un discreto consumo di grassi sia fondamentale per il corretto apporto energetico giornaliero del malato di Parkinson, suggeriamo di assumerli con moderazione. Ciò perché potrebbero rallentare il processo di svuotamento gastrico e interferire con i farmaci.